giovedì 28 novembre 2013

Cuore: quando il rischio si tinge di rosa

Donne sull’orlo di una crisi… di cuore! Ironia a parte, un fatto è certo: la popolazione femminile si cura dei propri “problemi di cuore” solo sul fronte sentimentale, ma non sul fronte della salute, come se il cosiddetto (e famigerato) “rischio cardiovascolare” fosse una cosa da uomini, un pericolo confinato al regno maschile. E, almeno in parte, questo è vero, visto che fino alla menopausa, il sesso debole beneficia davvero di un sistema cardiaco molto più forte, ben protetto com’è dall’azione degli estrogeni. Dopo i 50 anni, tuttavia, la perdita progressiva di questi preziosi ormoni non solo azzera questo vantaggio, ma si rivela un boomerang per l’organismo femminile, che si ritrova di colpo a dover contrastare i disturbi cardiovascolari senza essere allenato e, dunque, preparato a sostenere questa lotta, come lo è l’organismo maschile.
Così il rischio cardiovascolare entra nell’universo delle donne e non certo in punta di piedi, ma come un ariete libero di correre, dopo la caduta del muro ormonale. Non è un caso che, nel mezzo del cammin di nostra vita, i disturbi cardiovascolari – ovvero infarto, ictus, ischemie ecc. – siano considerati i killer più spietati di entrambi i sessi, responsabili – da soli – di oltre il 44% dei decessi in Italia.
Contro questo nemico silenzioso, l’arma più efficace è senza dubbio la conoscenza.. E quando questa non dovesse bastare, c’è anche qualche arma in più…


Menopausa: perché è un fattore di rischio
«Sono convinta che la menopausa rappresenti davvero il giro di boa per il sistema cardiovascolare femminile. Con la caduta degli estrogeni, infatti, tutti i fattori di rischio per il cuore diventano più pericolosi: ipertensione, fumo di sigaretta, dislipedema, diabete, obesità, vita sedentaria»: parola della professoressa Maria Augusta Masperone, cardiologa, Presidente AIDM (Associazione Italiana Donne Medico) Sezione Genovese, Docente presso la Scuola di Specializzazione in Cardiologia dell’Università di Genova.
Insomma: con la fine dell’età fertile, viene a mancare la protezione degli estrogeni e aumentano i fattori di rischio cardiovascolare, colesterolo in testa. Vediamo perché.
Il colesterolo cattivo si alza, quello buono si abbassa
Il problema è che, con il passare degli anni, cresce soprattutto il colesterolo LDL , cioè quello “cattivo”, mentre tende a diminuire il colesterolo HDL, cioè quello “buono”, più alto nelle donne in età fertile, a eccezione di quelle che soffrono di diabete.
L’LDL si accumula via via nell’arterie, formando le cosiddette placche aterosclerotiche, mentre l’HDL – che scarseggia – non è più in grado di tenere pulite le arterie e di rimuovere le placche.
La pressione va su
La carenza di estrogeni, poi, si ripercuote a livello dell’endotelio, cioè il tessuto che non solo riveste tutti i vasi sanguigni, ma che produce anche sostanze vasodilatatrici e vasocostrittrici in equilibrio fra loro. In menopausa, questo equilibrio si rompe a favore delle sostanze vasocostrittrici, che restringono progressivamente i vasi sanguigni, provocando un innalzamento della pressione  e aumentando il rischio di problemi cardiovascolari.
La “ciccia” aumenta
La causa forse più importante del maggiore rischio cardiovascolare in menopausa è, però, l’a ccumulo dell’adiposità, cioè di grasso, nella parte superiore del corpo (a livello del girovita). Questa sorta di depositi di “grasso viscerale”, infatti, spalancano le porte alla sindrome metabolica , tra i principali nemici del cuore. Ecco perché è così importante, dopo i 50 anni, tenere sotto controllo l’ago della bilancia, contrastando la tendenza naturale a prendere troppi chili e a far salire alle stelle il proprio BMI . Come? Seguendo uno stile di vita più sano, facendo attività fisica quotidiana, smettendo di fumare, tenendo sotto controllo il colesterolo, la pressione e la glicemia. In menopausa, infatti, non si può più contare sull’azione regolatrice degli estrogeni sull’insulina, l’ormone che governa l’u tilizzo di glucosio (zucchero) presente nel sangue. Il diabete, quindi, è in agguato.
ATTENZIONE!
Con la menopausa – ma anche prima dei 50 anni, in caso di familiarità con i problemi cardiovascolari – è fondamentale segnare sul calendario una serie di controlli (la cadenza viene valutata dal medico di base o dallo specialista, in base alle proprie caratteristiche e alla presenza di uno o più fattori di rischio).
  • Esami del sangue completi, in particolare quelli per valutare il colesterolo (totale e frazionato) e la glicemia.
  • Elettrocardiogramma per valutare la salute del cuore.
  • Misurazione della pressione per verificare che sia nella norma.
  • Doppler carotideo, esame non invasivo dei vasi arteriosi del collo per individuare eventuali restringimenti delle arterie e una conseguente riduzione dell’apporto d

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